La comunità internazionale stringe ulteriormente la morsa sul regime siriano. I 27 ministri degli Esteri della UE, infatti, hanno varato una nuova tornata di sanzioni, che, questa volta, vanno a colpire le donne legate al presidente Bashar al-Assad: nella lista delle restrizioni compaiono così i nomi della moglie di Assad, la First lady siriana Asma, della madre, la potente Anissa, della sorella Bushra e della cognata. A tutte sarà vietato l’ingresso nei Paesi Ue e saranno congelati i beni. La delibera UE colpisce anche il ministro dell’Elettricità e quello dell’Amministrazione locale, cinque sottosegretari, un uomo d’affari e due società siriane.
Le nuove misure si aggiungono a quelle varate a fine febbraio e che hanno disposto il congelamento dei fondi della Banca Centrale Siriana, lo stop al commercio di oro e metalli preziosi con la Siria e il blocco ai voli dei cargo siriani, che nell’Ue potranno solo sbarcare eventuali passeggeri, ma mai merci. Si tratta di una “black list” che si allunga e che già contiene 150 nomi dell’entourage del regime, ma che sembra non bastare a placare la violenza sul terreno.
La situazione, infatti, nel paese siriano continua ad essere drammatica, al punto tale che l’Onu è tornato a condannare le “sistematiche e gravi violazioni delle libertà fondamentali”, commesse dal governo contro manifestanti, rifugiati, attivisti dei diritti umani e giornalisti. La nuova presa di posizione arriva dal Consiglio dei diritti umani, che ha votato (con 41 si, 2 astensioni e i 3 voti contrari di Russia, Cina e Cuba) una nuova risoluzione. Ancora una volta, dunque, sono state Russia e Cina a porre i paletti. Proprio per questo le prossime tappe dell’inviato speciale di Onu e Lega Araba, Kofi Annan, saranno proprio Mosca e Pechino: qui il super inviato discuterà con le autorità politiche dei rispettivi paesi una possibile via di uscita dalla crisi siriana.